Rimanere e buttarsi o… darsela a gambe levate?
Comportamenti irritanti o che indispettiscono… cosa ci possono dire degli altri, fin dai primi incontri.
“Sto facendo la doccia! Puoi non usare, per favore, l’acqua calda? Grazie.”
“Puoi mangiare a bocca chiusa per favore? Grazie.”
Quante volte è capitato di dover dire a una persona una cosa così?
(e spero per voi di non essere tra coloro che se lo sono sentito dire varie volte)
È assolutamente inopinabile, da ogni punto di vista…
“Le abitudini, il modo di pensare, i comportamenti di ognuno di noi — prodotto dell’educazione ricevuta (o non ricevuta) e degli effetti dell’esperienza che abbiamo fatto di precisi eventi nella nostra vita — possono influire incisivamente sull’esito che avrà un rapporto di coppia!”
Quando invito una persona a casa mia per conoscerla (e chiaramente dopo, nell’evolversi della relazione), presto attenzione ad alcune cose perché ritengo siano indice di quanto potrò andar d’accordo con quella persona o meno; indicano se questa persona ha ricevuto una cattiva o buona educazione, se ha pessime abitudini o un modo di vivere sano… insomma, che può incastrarsi ottimamente con me.
Eviterò di perdermi a filosofeggiare su come sia giusto essere o meno perché ognuno è chiaramente libero di esprimersi come meglio crede.
Ciononostante, ritengo che definire dei parametri, dei codici comportamentali, degli STANDARD ai quali attenersi per mantenere un comportamento educato, decoroso e rispettoso nei confronti altrui, possa essere immensamente utile quando viviamo a contatto con altre persone.
«Eh ma che tristezza, l’amore è irrazionale e vivere, etc»
Si si certo… infatti poi finite col prenderlo nel c*** e vi lamentate pure!!
Allo stesso modo, però, faccio parte anche di quei liberi pensatori che sostengono la teoria opposta, secondo cui — ognuno dovrebbe esprimersi sempre liberamente , se questo offende o irrita è un problema altrui — e non tanto perché la condivida appieno ma perché in questo modo riesco a individuare subito quelle persone che finirebbero, prima o poi, per irritarmi o che mi creano perplessità in merito alla loro sensibilità, altruismo e capacità di rispettare gli altri o prestar loro attenzione, amare veramente etc.
Siamo sempre all’interno di quel ampio discorso riguardante il come trovare la persona più giusta per noi.
Non si tratta di trovare una persona oggettivamente perfetta, non esiste, bensì una persona perfetta per noi, adatta a noi. Una persona che, a parte le sue caratteristiche positive che ci siamo dipinti nella nostra testa (bella, simpatica, gentile…), presenti il minor numero di aspetti che, per come siamo fatti, noi consideriamo come difetti (incompatibilità se ti piace di più) e, in particolare, NON ABBIA AFFATTO quei comportamenti e modalità di pensiero che riteniamo inaccettabili, sui quali non intendiamo transigere, focalizzandoci in particolare su quello che NON siamo disposti ad accettare anziché come vorremmo che fossero certe cose.
Riprendendo il discorso…
Quando invito una persona a casa mia mi balzano subito all’occhio alcune cose, ad esempio:
- se sposta ciò che tocca senza rimetterlo dove si trovava e come si trovava;
- se tocca in giro senza chiedere il permesso;
- se è sempre educata e gentile quando chiede di poter fare qualcosa;
- se mangia a bocca chiusa o aperta (inclusa la cicca);
- se siede e/o mangia come una bestia;
- etc…
Successivamente, nell’avanzare della relazione, magari dopo aver sostenuto l’intenso e profondo interesse che ha ha per me, per quanto sono speciale e per quanto voglia me nella sua vita:
- se si fa servire sempre senza servire mai;
- se DEVI chiedere tu se hai bisogno e non offre spontaneamente il proprio aiuto, se può essere d’aiuto;
- se quando la conosci ha (giustamente) una serie di priorità ma queste priorità – nonostante il vostro rapporto (sembra) si intensifichi – non si possono cambiare e tu verrai sempre dopo salvo alcune eccezioni (in genere tipico delle: persone egoiste, viziate, che vivono a 30/40/50 ancora con mamma e papà e non temporaneamente né per cause di forza maggiore, solitarie che hanno cani che ‘sono la loro vita’ più degli esseri umani, narcisiste, autocentrate, che non sanno nemmeno lontanamente cosa significhi amare o non sono prese/innamorate);
- se quando le faccio notare una cosa, si irrita subito pronta a scontrarsi anziché ammettere il proprio limite o errore, magari accennando un sorriso e ringraziando per il feedback;
- etc…
Insomma… se dimostra un certo livello di educazione, responsabilità, cultura e intelligenza, sensibilità, consapevolezza, maturità… unito a un certo rispetto e vero interesse per me oltre che per l’ambiente in cui vivo oppure no…
Già da questi aspetti, si può capire subito chi si ha davanti: se una persona è educata o mal educata, se una persona ha pessime abitudini, se preferisce imporsi anziché essere disponibile al dialogo, se è disponibile a correggersi quando capisce di aver sbagliato oppure no, se è altruista o egoista, se gli interessi davvero oppure no, se sa cosa significhi avere una relazione o meno, eccetera eccetera.
Prevenire è meglio che curare!
Oooh ma non sei esagerato? Me lo diceva spesso la mia compagna finché non ho deciso, finita la pazienza, che dovesse diventare una Ex!
So che il paragone è piuttosto forte ma vorrei capiste che comprendere il prima possibile chi abbiamo davanti, se quella persona ci farà stare bene o male, può evitarci di investire del tempo (che mai ci verrà dato indietro) sulla persona sbagliata, può evitarci discussioni, dispiaceri, delusioni e tanta rabbia e frustrazione!
Ora… io sono un caso un po’ particolare perché sono misofonico e quindi ho un livello di tolleranza per certe cose davvero basso e fintanto che non sarò riuscito a eliminare questo problema dovrò, mio malgrado, scegliere persone che non mi facciano saltare i nervi e che prestino particolare attenzione a questo mio problema, che in genere si manifesta quando sono particolarmente teso, nervoso, in ansia. Altrimenti, tollero quasi tutto egregiamente.
Che cos’è la misofonia?
Accomodati… cito fedelmente da Wikipedia: i soggetti affetti da misofonia sono di solito infastiditi, e talvolta infuriati, dall’esposizione a un suono ritenuto ordinario da altre persone, come quelli generati da persone che si tagliano le unghie, si lavano i denti, che mangiano, respirano, annusano e parlano, oppure da sbadigli, fischi, russamenti o colpi di tosse, inoltre da certe consonanti o da alcuni suoni ripetitivi. Altri soggetti sono anche influenzati da stimoli visivi, come movimenti ripetitivi del corpo, dei piedi o delle dita e, più in generale, da movimenti che osservano con la coda dell’occhio. Possono sviluppare un intenso stato ansioso e un comportamento evitante, che può portare a una riduzione della capacità di socializzare. Alcune persone possono provare compulsione nell’imitare quello che sentono o vedono. (Misofonia — Wikipedia)
Terribile vero? Pensa a conviverci!
Quindi… mettendo da parte la mia misofonia, visto che emerge soprattutto quando sono particolarmente nervoso…
Ecco un elenco dei comportamenti che più mi irritano e/o indispettiscono:
- chi mangia a bocca aperta;
- chi mastica la cicca (se poi anche a bocca aperta potrei… meglio non ve lo dica);
- chi non gli viene naturale, alla fine di un pasto, alzarsi per sparecchiare;
- chi non si offre spontaneamente di aiutare a meno di chiederglielo;
- chi prende o tocca le cose in giro per casa mia, senza chiedere;
- chi ripone le cose toccate o prese diversamente, ossia: in un posto e/o modo diverso da come le ha trovate (Ad esempio, gira il rotolo della carta igienica. Ridete, ridete… voi non potete capire quante cose può dirvi di una persona un gesto come questo!);
- chi indulge in vizi o dipendenze (fumo e alcol);
- chi mangia come una bestia;
- chi si sbraga in maniera scomposta;
- chi è approssimativo nelle cose che fa;
- chi è maldestro (non è vero che mi irritano, in realtà mi fanno sorridere molto e suscitano tenerezza);
- chi fatica a prestarti attenzione o che è iperattivo in modo eccessivo (non giustifico chi ha l’ADHD, se la vadano a curare, imparino a tenerla sotto controllo!);
- chi non è gentile ed educato nei modi e nelle richieste (chi usa poco o mai il ‘per favore’ e ‘grazie’) e non solo che rivolgono a me ma anche agli altri, specialmente nella loro sfera familiare, cerchia di amici o nelle situazioni sociali più comuni;
- chi è, tutto e solo, casa e lavoro;
- chi ha, a mio avviso, un comportamento inappropriato per l’età e ruolo che ricopre nella sua vita (se si tratta di un genitore, se ha una professione particolare, etc). Con questo intendo: qualunque comportamento che sia in contrasto o inadeguato poiché incoerente o diseducativo o in qualche modo rischioso o pericoloso;
- chi vive per scelta - e non temporaneamente (max qualche mese) e/o per cause di forza maggiore – ancora coi genitori, a 30/40/50 anni;
- chi non si prende cura del proprio aspetto, almeno quanto coloro che se ne curano troppo (per troppo intendo in modo maniacale);
- chi non legge, almeno ogni tanto, qualcosa che può arricchire la propria conoscenza (non un quotidiano);
- chi vive sui Social o usa i Social come fosse una adolescente;
- chi non cerca di migliorare la propria cultura (quando non sa qualcosa non si informa ma si limita a constatare che non la sa);
- chi non vuole correggersi… ne provare o impegnarsi ad essere migliore (in genere è chi non ama gli si faccia osservazioni e quando gli si fa notare una cosa sbagliata, che potrebbe essere corretta, risponde spesso ‘io sono così’);
- chi non ti fa le coccole (intendo chiunque fatichi ad avere premure e attenzioni nei tuoi confronti e quando gli chiedi un’attenzione, si stanca subito, ciononostante accetta sempre di buon grado quando ne hai nei suoi confronti);
- chi non ha pazienza;
- chi reagisce sempre impulsivamente o in modi poco o affatto adeguati alla situazione o ha reazioni isteriche;
- chi è molle, senza stimoli, senza entusiasmo e ‘ a me va bene tutto scegli tu’ o ‘a me va bene quello che va bene a te’;
- chi non ha il senso dell’umorismo;
- chi sembra avere una vita particolarmente complicata e ne parla come fosse la normalità;
- chi è ignorante in certe cose e non fa nulla per migliorare questa condizione;
- chi fa molte domande indagatorie sollecitando risposte e quando è il suo turno, quando fai domande tu, ti offre risposte vaghe o si defila con un ‘è un argomento di cui non mi piace parlare’;
- chi, nelle storie che racconta, è sempre la vittima;
- chi parla di amore, valori, chi sostiene che ti ama o gli interessi molto, ti desidera e poi non è pronto/a a spostare le proprie priorità per il compagno/a senza soffrire le pene dell’inferno;
Tutto qui? Aahahhaha!
Forse no… infatti mi riservo di aggiungere a questa lista altre cose che adesso magari mi sfuggono. ;)
Quello che non voglio mancare di dare… è una spiegazione sensata, logica, a questo mio approccio!
La lista che ho fatto non fa emergere in maniera netta quali comportamenti mi irritano e quali mi indispettiscono ma… lo puoi facilmente evincere.
In fin dei conti… la risposta che riceverai dalla tua analisi altro non è che la tua mappa, ossia: quello che a te infastidisce, quello che ti indispettisce e quello che producono in te, entrambi queste emozioni o sentimenti.
Ciò che mi irrita (in minima parte legato al mio problema) o che mi indispettisce, riguarda principalmente il pensiero, ossia il ragionamento che faccio, su quel preciso comportamento… e il relativo giudizio che do.
Mi sembra di sentire già il commento…
‘Chi sei tu per giudicare? Non dovresti farlo!’
E chi lo dice? Chi ha stabilito che è sbagliato giudicare??!
Siete sicuri di sapere davvero cosa significa giudicare? Sicuri che non vi state confondendo con un altro termine?
E poi… riguarda la mia serenità, lo devo alla mia vita. Altrimenti sarei solo uno sconsiderato e incosciente se accogliessi tutte le cose e persone che mi capitano senza prima analizzarle, valutarle e giudicarle. Non credi?
Inoltre… ognuno di noi, ogni giorno, è chiamato ad analizzare, giudicare e valutare il da farsi in base a ciò che gli accade intorno.
Lo facciamo tutti, il più delle volte in modo automatico: la nostra mente analizza il terreno, valuta se il terreno è un buon terreno o meno (se è pieno di buche, se dissestato) e decide il da farsi, se avanzare o retrocedere, se scegliere un altro percorso, se andare a destra o sinistra.
Lo facciamo tutti, sempre… anche con le persone!
È così che scegliamo con chi passare del tempo, chi conoscere e chi sarebbe meglio evitare. Eppure… ci sono ancora persone che giudicano sbagliate le persone che giudicano!
Un controsenso esemplare direi!
In realtà… siamo infastiditi da chi ci definisce, chi sentenzia sulla nostra identità e non chi dà un giudizio su un nostro comportamento… e confondiamo puntualmente le due cose.
Dire — con tuo figlio, secondo me, hai sbagliato in questo frangente — è ben diverso dal dire — sei una madre irresponsabile o sei una pessima madre — riesco a spiegarmi?
Malgrado questo… molte persone cadono in questo errore e hanno pessime reazioni con coloro che stanno solo manifestano un’osservazione accettabile.
La cosa interessante di questo processo è che, in realtà, sono queste persone a giudicarsi e attaccare la propria identità, a sentenziare su loro stessi… ma questa è un’altra storia.
Tornando alla spiegazione…
Quello che questi comportamenti nascondono o, ancora meglio, ci dicono di una persona, riguardano: la sua educazione, la sua capacità di capire le esigenze e bisogni altrui, quanto è in grado o ha voglia di soddisfarli, se e quanto è auto-centrata, se è più altruista o più egoista, quale margine di miglioramento ci può essere, se e quanto è disponibile a mettersi in gioco, se conosce l’amore vero o meno, se e quanto una persona è pericolosa o può essere tossica per noi, se si prospetta una cammino arduo, preoccupante oppure uno naturale, sano ed entusiasmante.
Capite che queste cose non sono stupidate come viene da pensare quando leggete che presto attenzione a come una persona ripone il rotolo della carta igienica dopo essere andata in bagno… se quando versa l’acqua, lo fa solo a se stessa… se la versa prima a se stessa e poi a me… se quando porziona il cibo ne mette sempre di più a se stessa… se la palestra e famiglia e cane e quant’altro si fotta se ha la possibilità di stare con te qualche ora in più dopo magari un periodo che non vi vedete, non sono stupidaggini ma ci dicono se abbiamo a che fare con una persona con la quale vale davvero la pena di stare, con la quale vale la pena di investire il nostro tempo e cuore o… se è meglio fuggire subito e a gambe levate!
Pensi già ‘starai da solo a vita’ vero!?
Beh… come dice il proverbio: meglio soli che… ;)
Firmato,
Pensatore Solitario